In Italia il 64% degli spostamenti avviene in auto (ISFORT – 19° Rapporto sulla mobilità degli italiani). Questo nonostante quasi il 30% degli spostamenti avvengano in un raggio di 2 km, e il 78% delle percorrenze si esaurisce nel perimetro dei 10 km. L’uso dell’auto è in parte inevitabile per vincoli di tempo o distanze troppo alte, per la necessità di trasportare passeggeri, o per l’assenza di alternative valide (il trasporto pubblico è inefficiente o non disponibile la rete di percorsi sicuri per la mobilità dolce lascia spesso a desiderare).
Quanto influisce però il fatto che per molti di noi l’auto è spesso il mezzo più facilmente “accessibile”, mentre altre alternative sono sistematicamente messe in secondo piano? Avere l’auto pronta in garage è una comodità che ci può portare ad usarla più del dovuto. Secondo il rapporto ISFORT, il tasso di motorizzazione italiano è di 67 veicoli ogni 100 abitanti, in continua crescita e ben più alto degli altri maggiori paesi europei (10 punti più basso in Francia, 15 in Spagna e 9 in Germania).
L’onnipresenza dell’auto ci fa sembrare questo mezzo più pratico di quello che è davvero. Quante volte per un percorso di 10 minuti ne impieghiamo altrettanti per trovare parcheggio, o dobbiamo posteggiare lontanissimi dalla destinazione? Spesso infatti sarebbe più sensato pedalare, prendere un tram o camminare.
Al contrario, un gran numero di biciclette sono sepolte in cantina con le gomme sgonfie, nascoste in posizioni scomode e sprovviste di accessori fondamentali come un lucchetto e le luci. Questa inaccessibilità può diventare un fattore determinante ad allontanare tante persone dalla mobilità dolce (non l’unico ovviamente… tra i principali ci sono lo stato delle infrastrutture e la la violenza e la minaccia del traffico).

Come vincere l’inerzia? Spesso basta poco: un giro in ciclofficina per la manutenzione del mezzo, l’acquisto di accessori utili, e magari una riorganizzazione del garage per rendere più accessibile la bici senza dover spostare altri mezzi o fare mosse da contorsionista. Questo ci permette di rendere la bici l’alternativa più pratica per gli spostamenti quotidiani come andare al lavoro, in università, uscire la sera o andare a fare la spesa.
Per chi non ha lo spazio o la possibilità di tenere una bici, un’alternativa molto pratica è quella del bike sharing, che permette di avere una bicicletta sempre a disposizione. A Bergamo è attivo il servizio Bigi, a cui è possibile iscriversi in pochi minuti tramite app e che permette di effettuare abbonamenti a tariffa flat (10€/mese, 40€/anno) o noleggi occasionali (1€/30 min). Sempre al fine di semplificarci la vita per la mobilità sostenibile, è una buona idea tenere qualche biglietto dei mezzi a disposizione nel portafoglio.
Non si tratta per forza di stravolgere le proprie abitudini, ma di darsi più alternative per la mobilità. Alternative che permettono di lasciare l’auto a casa risparmiando tempo, denaro, contribuendo a rendere le nostre città più vivibili e meno inquinate.
Infine, se servisse qualche dritta su come iniziare a muoversi in bicicletta, ecco il nostro decalogo sul bike2work.
Mi permetto di segnalare che la prima causa di allontanamento e disincentivo all’uso della bici è la violenza e la minaccia del traffico. Le infrastrutture aiutano ma non sono determinanti senza un controllo efficace dei comportamenti di guida e comunicazione e formazione sugli interventi di moderazione del traffico e sulla responsabilità di guida.
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Verissimo! Purtroppo siamo talmente abituati alla violenza stradale che nemmeno siamo più in grado di riconoscerla come tale. Molti comportamenti pericolosi tenuti dagli automobilisti sono percepiti come normali. Per approfondire questo tema segnaliamo il canale youtube Bringyourbike https://www.youtube.com/@Bringyourbike/featured
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