Come incentivare la mobilità ciclistica? Diventando automobilisti migliori

Come possiamo facilitare la vita ai ciclisti quando siamo in auto? Ecco 4 suggerimenti utili, specialmente alla luce della proposta di revisione del codice della strada!

TLDR: don’t be a dick!!! (Non facciamo gli str**zi e comportiamoci con rispetto). cit. Tom Babin

La revisione del Codice della strada proposta dal ministero delle Infrastrutture e dei trasporti (Mit) sta creando notevoli dissensi tra chi si occupa di sicurezza stradale. Questa riforma ignora un approccio scientifico e sistemico alla sicurezza, limitando la possibilità di svolgere controlli ed elevare sanzioni, e limitando attivamente la mobilità ciclabile. Questo in contrasto con le best practices internazionali, che suggeriscono di lavorare sulla promozione della mobilità attiva, ridurre i limiti di velocità, e seguire il principio di attribuire maggiore responsabilità ai veicoli più grandi e pesanti.

Come possiamo contrastare questa proposta e trasformare l’Italia in un paese ciclabile?

In primis aderendo alla mobilitazione nazionale del 9-12 marzo promossa da FIAB e da altre associazioni.

Un altro modo è adottare comportamenti sicuri quando guidiamo un’auto: una disobbedienza civile al contrario, in cui il gesto rivoluzionario è quello di rispettare e far rispettare le norme del codice della strada. Norme le cui violazioni oggi sono ampiamente tollerate e che la nuova proposta renderebbe ancora più difficili da far valere. Ecco 4 suggerimenti:

  1. Rispettiamo i limiti e adattiamo la velocità alle condizioni della strada. Ridurre la velocità di punta in città ha effetti minimi sui tempi di percorrenza, specialmente in condizioni di traffico intenso.
  2. Prima di sorpassare un ciclista aspettiamo di avere sufficiente spazio (1,5 metri). Nel caso non ci sia spazio, rallentiamo e aspettiamo mantenendo una distanza sufficiente.
  3. Non parcheggiamo su bike-lane e ciclabili: questo comportamento costringe il ciclista a fermarsi o a spostarsi nel traffico, situazione pericolosa, specialmente per i ciclisti meno esperti.
  4. Siamo tolleranti con i ciclisti “indisciplinati”. Spesso contravvenire alle regole è una necessità: fare un breve tratto sul marciapiede (a passo d’uomo) o percorrere una strada secondaria contromano, potrebbe essere l’alternativa più sicura se le infrastrutture o il traffico sono ostili. In auto siamo più grossi, pesanti e pericolosi, quindi sta a noi ridurre i rischi per gli utenti più deboli.

Ricordiamo che questi princìpi servono a tutelare non solo i ciclisti attuali, ma anche quelli potenziali! Se le condizioni fossero più sicure, più persone si sposterebbero in bici, con vantaggio per tutti, anche per gli automobilisti, dato che più bici significa meno auto e meno traffico!

Inoltre, più siamo a rispettare le norme, meno saranno socialmente accettate le violazioni. Lavoriamo per trasformarci in un paese civile, anche sulle strade!

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